Informazioni personali

L’autore del paginario è un medico stagionato (in pensione). Prima della laurea ha lavorato saltuariamente come aiuto facchino nel negozio del padre Tra una occupazione e l’altra ha raccolto notizie, ricordi, appunti vari, come facilmente poteva fare nelle ore di guardia in ospedale, anche alcune brevi favole per darle ai suoi clienti più piccoli con l'intenzione di farseli amici e vincere l’eventuale loro paura di aver a che fare con un medico. Negli ultimi tempi ha redatto alcuni opuscoli di filosofia. Sono nati così dieci paginari e alcuni libri che a parere dell’autore (!?) dovrebbero essere pubblicati. Per ora le sue pubblicazioni consistono in diversi blog per esempio uno intitolato ‹paginariobacheca› e ‹paginarioattuale› che escono quasi ogni settimana. Lo possono leggere tutti, anche i bambini, è illustrato con tante foto le cui didascalie sono servite per redarre i libri del paginario. Questi blog e i vari libri con l’intenzione di aumentare il buon umore di chi li ha scritti e, (perché no?) di chi li potrà leggere...

LE FAVOLE DEL BISNONNO (presentazione)







Favole  del PAGINARIO 2010


Con le favole non si costruisce la vita,
ma con la vita si può costruire un mondo di favola.


Presentazione
Favole e fiabe
le fiabe sono immaginarie.
Le fiabe cominciano, per esempio, con: "Un corvo che su un ramo di un albero riposava...". Mostrano quadri, episodi: una scenetta e la lasciano all'interpretazione del lettore senza l'obbligo di ritenerla valida, anche quando indica una certa verità.
Le favole invece sono vere. Raccontano una storia supposta, ma non impossibile. Cominciano con un: "C'era una volta...". 
Le favole sono anche sogni a occhi aperti, altre volte invece addormentati, di chi poi ce li racconta. Se dicono la verità, possono essere comprese solamente dopo essere viste e vissute nella pratica quotidiana e, alle volte, provate con l'esercizio delle virtù e la buona volontà dello spirito. Per questo possono diventare patrimonio della sapienza dei popoli e ricchezza delle persone che hanno conservato la semplicità e il calore di un cuore aperto.
Le mie favole sono più modeste e alla buona. Ne ho scritte almeno trecento fino a dieci anni fa e ancora un centinaio in quelli successivi e, se non ci fosse stato Google, non le avrei potute raccontare. Sono talmenteche molte sono trascrizioni camuffate di fatti avvenuti (1).
Altre favole famose (non mie) presentano dei fatti non ancora accaduti e li raccontano i profeti, come i sogni di Giuseppe (2) e, anche questi sogni, per diventare veri, a maggior ragione, devono essere approvati dalle dimostrazioni pratiche di una vita talvolta eroica. In certi casi sono una manifestazione laica non solo della sapienza popolare, ma persino una rivelazione del Cielo, che viene ad allietare le abitudini trite e ritrite della storia di tutti i giorni.
Le favole sono la voce, il discorso e il canto dell’uomo e della intera comunità. 
(1) Vedi: "Due computer, due papà e due bambini" e: "Il re, il principe e il servo" nel libro "Le chiavi del castello", cliccando su elenco pagine qui a latp).
(2) vedi: "Giuseppe, sogni straordinari..." nel libro "Un filosofo legge la bibbia" cliccando su paginariomedibibbia)